Chiamatemi Carlito

Prefazione.
Mi rendo perfettamente conto di aver trascurato in maniera imperdonabile il mio blog. Chiedo scusa a tutti i lettori (pochi ma buoni), ma postare il matrimonio di Bulu mi ha fatto precipitare in un terrificante malestrom di tristezza. Ero troppo impegnato a cercare una via di fuga dai sillogismi "Se ti sposi stai diventando vecchio. Bulu si è sposato. Bulu è vecchio" e "Bulu è praticamente mio coetaneo. Bulu è vecchio (conseguenza del precedente enunciato). Sono praticamente vecchio". La logica del sillogismo è apparentemente inattaccabile (qui si parla di Aristotele, mica cazzate...), ma dopo 2 mesi di ritiro spirituale ho scovato il bug del sistema.
Bulu è nato nel 1977, io nel 1979 e la vita media di una gallina ovaiola è di 2 anni. Applicando un sottile sistema ibrido tra una visione relativistica del tempo e la dannata filosofia aristotelica sono giunto alla suprema conclusione che "Ho ancora tutta una vita davanti prima di diventare vecchio". Detto questo, passiamo al vero post.

Era una fredda serata dresdese. Io, Bro e la Vale stavamo chiusi nella mia fantastica reggia (3 metri per 2) a guardare con adolescenziale ammirazione lo splendido "Carlito's way". La pellicola non mi era nuova ma, probabilmente a causa degli ettolitri di birra in circolo, alla fine della "proiezione" provavo una tale ammirazione nei confronti del personaggio di Carlito Brigante che, come un novello Don Chisciotte, decisi che volevo diventare io stesso Carlito. L'idea l'ho accantonata poco dopo, conscio che mi mancasse qualcosa per giungere al mio scopo.
A Don Chisciotte serviva un fedele scudiero: l'arcinoto Sancho Panza. Chi è lo scudiero di Carlito? Lo splendido David Kleinfeld, il grintoso e talentoso avvocato ebreo. Per coronare il mio sogno mi serviva un legale di fede ebraica regolarmente iscritto all'albo degli avvocati: e ora ci siamo.

A. S. (aka Steiny), da oggi, è il mio avvocato ebreo! Dopo quattro mesi di ascetismo accademico Steiny (aka Sancho Panza; e qui torna a fare capolino il sillogismo aristotelico) riesce a superare l'orale dell'esame di stato e abbandonare le sue spoglie mortali per rinascere Avvocato: bravo Steiny!
Il piano è completo, venerdì si festeggia e ci si ammazza di birra, il post è finito.

Vostro affezionatissimo

Carlito "Ciccio" Brigante


Non bisogna mai sottovalutare il valore di una buona depilazione.
Prima di un matrimonio è importante che il maschio comprenda quanta sofferenza una donna debba provare per apparire sempre bella agli occhi del marito. Un addio al celibato, allora, può diventare qualcosa di più di un banale sabba di maschioni sbronzi e allupati. Gli amici, quelli veri, quelli che credono nella sacralità dell'unione, possono trasformare questo doloroso rito d'iniziazione in una splendida attività sociale. Attenzioni semplici, come pronunciare alcune parole di conforto come "Non ti preoccupare, sarò delicatissimo" o stringere la mano del futuro uomo di casa al momento dello strappo, faranno sì che tra depilato e depilante si instauri una profonda intesa: una comunione d'animi seconda solo al matrimonio stesso.
Sono tempi difficili i nostri, iniziare una vita di coppia richiede, oltre al più nobile dei sentimenti, almeno una parvenza di sicurezza economica. Il sacro gesto della depilazione pubblica, allora, può diventare anche motivo di guadagno. Gli amici, allora, possono letteralmente prezzare il festeggiato e fargli guadagnare bei soldini. Nessuno che si professi amico dello sposo negherebbe a questo un obolo di 10 euro per depilare il suo villosissimo petto. E perché non promuovere e proporre questa splendida attività anche a conoscenti e semplici passanti. Ogni strappo un sorriso. Le urla dello sposo potrebbero ricordare tragiche grida di dolore, ma si tratterà invece di incontenibili esternazioni di gioia. Lo sposo entrerà letteralmente in un mistico contatto col divino e di ciò non farà mistero, pronunciando plurimamente il nome di Dio (vedendolo apparire nelle sue più svariate ed allegoriche forme: dal cane, rappresentante la fedeltà, al maiale, rappresentante l'abbondanza).
Ora qualche suggerimento di Jenny, visagista delle dive, su come effettuare una perfetta depilazione. Più che consigli, autentiche perle.
  • La soglia di sopportazione del dolore dell'uomo è notoriamente più bassa di quella della donna (un maschio in salute morirebbe per i dolori del parto). Per lenire leggermente il dolore è consigliabile far assumere al depilaturo una massiccia dose di alcolici.
  • Per effettuare uno strappo perfetto sarebbe opportuno legare mani e piedi del depilaturo (a tal proposito mi permetto di consigliare la crocefissione, NDR).
  • A strappo avvenuto massaggiare amorevolmente la parte depilata.
  • A depilazione avvenuta, idratare la pelle con appositi prodotti (crema Nivea o simili).
  • Dopo la depilazione prendersi un momento di relax in modo che la pelle possa distendersi. Per creare una ambiente rilassante serve poco, un comodo divano, musica di sottofondo e candele (non più di due) per creare la giusta atmosfera.
Ben fatto, Bulu!

Note:
  1. La mia visione della serata di ieri potrebbe risultare vagamente distorta a causa della titanica mole di alcolici ingeriti.
  2. Mi è stato comunicato oggi che la depilazione e varie punizioni corporali hanno fruttato allo sposo circa 200 Euro.
  3. Nella galleria fotografica sono disponibili alcune foto dell'evento. Ne verranno aggiunte altre prossimamente.
  4. Stamattina ho fatto colazione con Montenegro e Brioche; non centra un cazzo, ma mi pareva bello farlo presente.

Indipendent Day


Domenica 2 settembre: sveglia ore 8.30 (prestissimo per qualcuno che si è coricato giusto 4 ore prima, dopo aver studiato toda noche), colazione fugace e altre 2 orette e mezza di studio (visto e considerato l'inesorabile avvicinarsi della data dell'esame).
Ore 12.00, sono on the road con Staccu e Tex. Meta? Indipendent Day Festival a Bologna (con tappa a Trento, per raccattare pure Edo). Viaggio tranquillo, anche perché poco ci importa dei gruppi che suonano nel pomeriggio (Billy Talent, Hot Hot Heat e Maximo Park, tanto per dirne tre).
Parcheggiamo la macchina poco dopo alle 16.00, poi aspettiamo Calda, che ci sta cercando da tutt'altra parte, fino alle 17.00. Carlo, che è già dentro dalle 14.00, manda SMS descriventi con parole lusinghiere la fauna locale.
Entriamo proprio in tempo per snobbare l'esibizione dei glammosissimi (si può dire?) Hot Hot Heat. Ripieghiamo su un paio di pessime Tuborg medie in attesa che attacchino i blasonatissimi Maximo Park. Il mago (un fenomenale amico di Carlo) elargisce birra ghiacciata di contrabbando e simpatia (chi vuole intendere, intenda). Deludente anche questo gruppo, ma prima dei Tool (il motivo della nostra gitarella) sfigurerebbe chiunque.
Ore 20.30, Maynard (frontman dei Tool, NDR) fa il suo ingresso in scena. Tempo 1 minuto e comincio a far breccia assieme al fedelissimo Calda nella costipatissima ressa. Il fisico di Calda, secco come i bimbi del Biafra), mi suggerisce di adottare la sempreverde tecnica del cuneo: lui davanti di spiego e io dietro a spingere. Arriviamo in quarta fila senza troppi problemi, poi un robusto metallaro si frappone fra me e il mio cuneo. Perdo Calda, ma decido di tentare l'impresa in solitaria. Mezzora di botte (prese e date) e riesco finalmente a raggiungere la balaustra. Godo. Concerto strepitoso.
Ore 22.15 (la scaletta viene rispettata alla maniera dei calvinisti), i Tool si ritirano per lasciare la scena ai Nine Inch Nails. I miei polmoni hanno bisogno d'aria ed io rinuncio (mannaggia a me) al mio posto in prima fila e raggiungo gli altri sulla collinetta. Attaccano i NIN: strepitosi! Il concerto è un perfetto connubio di musica e luci. Al quarto pezzo non ce la faccio più a stare seduto (anche perché fradicio di sudore, solo in parte mio, e con i reni che cominciano a far male per via del freddo) e assieme a Budda, Staccu e l'implacabile Calda ci ributtiamo (questa volta in maniera più tranquilla) nella folla. Il chitarrista salta come un grillo, Trent Reznor è ineccepibile e i bassi sono a dir poco esaltanti. Non riporto nessun video dell'esibizione (non renderebbe minimamente l'idea), ma posto il video della somma ruffianata: Trent Reznor che inneggia alla pirateria.
Ore 24.00, rientro alla macchina, viaggio della vita (e della stanchezza) con arriva a Merano (dopo duplice tappa trentina) alle ore 4.00.
Ore 8.00 di oggi: Tex si sveglia per rifare la foto a tutti i documenti (è stato infatti derubato da un baby-rapinatore sul posto di lavoro). La foto merita di essere riportata.


Ore 13.00: mi sveglio io e sono contento...
Baciamo le mani

Pagherò


Tanti sono i quesiti ai quali non riesco a dare risposta, ma quello che mi assilla in questo momento è "perché a settembre tutti vogliono i miei soldi?".
Rientro a casa dopo una mattinata di lavoro e mi trovo un sacco di posta sulla scrivania. Il fatto di non avere amici di penna mi fa subito intuire che la mia quasi-sicurezza finanziaria stia per essere drasticamente compromessa.
Ma vediamo un po' chi mi ha scritto:
  • Università degli Studi di Trento. Vogliono la retta anche quest'anno; e io che speravo che dopo tanti anni di onorata carriera accademica qualcuno mi proponesse una tariffa flat.
  • Broker assicurativo. Vogliono i soldi delle assicurazioni di macchina e motorino. Li vogliono affinché io possa dormire sonni tranquilli, ma io non dormo al pensiero dei soldi che devo sborsare. E se invece del vil danaro mandassi una lettera scritta di mio pugno e con bella grafia recante la promessa solenne "Giuro che sto attentissimo"?
  • VISA. In sintesi il messaggio riportato è questo "Ti ricordi i soldi che t'abbiamo prestato? Ecco, ce li siamo ripresi con gli interessi". Usurai!
  • Comune di Giacciano con Baruchella (RO). Tania ed Eleonora lavorano all'aperto. Tania ed Eleonora non fanno un lavoro onorevole. Tania ed Eleonora stanno giorno e notte sul ciglio della strada ed attendono che passi qualcuno. Tania ed Eleonora probabilmente sono due persone tristi. Tania ed Eleonora sono forse meretrici? Quasi! Tania ed Eleonora sono due dannate vigilesse. Tania ed Eleonora hanno chiesto ad Ilenia di mandarmi una letterina. Da me Ilenia vuole 163,00 € per aver superato di 15 km/h il limite consentito. Tania, Eleonora, Ilenia e tutti gli altri 2.252 abitanti di Giacciano: andate a farvi fottere!
Detto questo non mi rimane che congedarmi con un annuncio:

Vendo rene caucasico (0RH+) quasi nuovo. Ottimo stato.
Revisionato 6/2005. Telefonare a ore pasti. No perditempo.


Beh, potrebbe andar peggio: c'è chi si sposa...


Capisco che sia estate e che solo l'idea di lavorare possa far lacrimare le ascelle ma, dannazione, se proprio capita di venire incastrati in ufficio a qualche giorno da ferragosto, sarebbe duopo perlomeno simulare un po' di sana dedizione.
9 agosto 2007. Vengo chiamato nel pomeriggio dalla responsabile della FIN per andare a ritirare dei documenti. Con tono acido mi invita a presentarmi la mattina dopo per poter finalmente chiudere delle pratiche.
10 agosto 2007. Alle 7.30 mi trascino fuori dal letto e striscio con verve mattiniera verso il bagno. L'idea di guidare fino a Bolzano mi schifa alquanto ma, purtroppo, è inevitabile. Con l'occhio socchiuso e la lente scura che cela le caccoline mi ritrovo in macchina.
Arrivo alle alle 8.42, ma l'ingresso dello stabile è curiosamente chiuso. Comincio a danzare sotto alla fotocellula nella speranza che la porta si apra: niente di fatto. Impreco, sopratutto quando realizzo che alle 10.00 devo essere a Merano per lavoro e che potrei essere ancora beatamente supino sul letto. Mi attacco al citofono e comincio a suonare tutti i campanelli: non vi è replica. Provo anche a telefonare all'ufficio, ma anche in questo caso non ottengo uno straccio di risposta.
Ore 9.08. Un apparentemente distinto uomo di mezza età appare da dietro all'angolo dell'edificio e punta sicuro e disinvolto il portone. Una volta preso atto del guasto all'apertura automatica, tira fuori dalla tasca un mazzo di chiavi e apre l'invarcabile adito. Dopo due giuste e ponderatissime bestemmie mi invita gentilmente ad entrare. Seguo il mio salvatore e punto determinato il primo piano con l'idea di bivaccare sulla soglia dell'ufficio fintanto che non fosse arrivata la responsabile della FIN. Con grande stupore trovo la porta dell'ufficio aperta. Irrompo nella stanza dove vengo accolto con freddezza. Con tono spocchioso e scocciato (imitando dunque Mastro Brogiato) faccio notare che da oltre 20 minuti sono sotto che aspetto davanti ad una porta chiusa e che avrò suonato una ventina di volte il campanello. La tipa (secca, sulla cinquantina e con la voce bassa) alza un sopracciglio e con un tono indifferente mi fa "Ah, pensavo fosse uno scocciatore". "Mi deve scusare - continua l'impiegata modello - ma stavo giocando a solitario".
Ci rimango di merda e non so cosa rispondere. Avevo pronta una discreta collezione di repliche caustiche alle tipiche giustificazioni. Penso "Cosa farebbe Brogiato se fosse al mio posto?", provo ad atteggiarmi ma qualche freddura e due velate minacce non la tangono minimamente. Pago e me ne vado con l'odio che mi corrompe l'anima.
Ore 10.00. Sfogo la mia rabbia su una povera signora di 75 anni alla quale impartisco lezioni di nuoto. Lei quasi piange e io mi sento merda. E tutto per colpa di quella stronza impertinente.


Quanto mi sento stronzo ad aver comprato la tastiera nuova!
Grazie a Kluz per la segnalazione!

Le vitamine

Non oso immaginare quanto possa essere difficile fare il padre di una teenager nel 2007.
Concepisco questo pensiero estivo riflettendo sugli accadimenti riminesi di ieri pomeriggio (sì, perchè stamattina, cari tutti i miei lettori, me ne stavo ancora felicemente spaparanzato sotto il sole della riviera).
Cazzeggiando amabilmente in spiaggia col caro Klaus, che non smetterò mai di ringraziare per avermi concesso ospitalità incondizionata nella sua magione in zona San Giuliano, sento che il mio Karma è disturbato dagli inutili discorsi telefonici di una quattordicenne/cetaceo, arenatasi a pochi passi da me. Qualche colpo ben'assestato di mojito ghiacciato, coniugato ai 30 invidiabilissimi gradi romagnoli, fa sì che il chiacchiericcio futile della bambinetta diventi un ignorabile rumore di fondo.
Ore 18.15: opto per farmi l'ultimo tuffo in mare (stranamente limpido). Entro in acqua fino ad alle ginocchia e torno a sentire la dannata vocina. Mi giro a dritta (essendo in mare ed avendo io le dimensioni di un piccolo natante, mi sembrerebbe inappropriato parlare volgarmente di "destra") e lei è lì, presissima da una chiamata con la migliora amica di turno. Non faccio a tempo a finire di pormi l'amletico quesito "Ma che minchia ci fa questa col cellulare in acqua?", che vedo sopraggiungere il padre della piccina. Riporto il dialogo (immaginatevelo in romanaccio e tutto infarcito di splendide imprecazioni e bestemmie):

Padre: "Ma porca puttana, che cazzo ce fai cor cellulare in acqua?"
Figlia: "Mmm...Aridaje"
Padre: "Te porto al mare e tu passi le giornate al telefono con quelle quattro fregone, a 'sto punto te lasciavo a casa ce risparmiavo pure"
Figlia: "Eh dai pa', non vedi che stò ar telefono?"
Padre: "Se lo vedo? Non stai a fa' artro! Te faccio notare poi, bella mia, che le tue chiamate del cazzo le pago io!"


A questo punto la replica della figlia rasenta il geniale.

Figlia: "Papà, - pronunciato con faccia scazzatissima - non infartare, c'ho le vitamine"

Dopo qualche secondo di ragionameno giungo alla conclusione che la giovincella si sta riferendo alle "vitamine" della TIM, una sorta di costo fisso giornaliero che permette di effettuare tutte le chiamate della giornata verso un gruppo di amici (Tribù) senza ulteriori spese. Io a questa conclusione ci arrivo, il padre, evidentemente, no!
Provate ad immaginare la faccia del povero genitore dopo che si sente rispondere in codice e con sufficienza dal frutto dei suoi lombi. Una raffica terrificante di improperi accompagna la ritirata verso la spiaggia dello sconsolato padre che, visto che c'è, dispensa un sincero fanculo anche alla moglie e vira in direzione bar a farsi una birra.
Penso a quanto sia difficile essere padre di una figlia saccente e teledipendente, penso anche a Jason, poi faccio spallucce e mi inabisso.


Quelle splendide, indimenticabili, giornate di merda.
Mi corico alle 4.00 per finire un dannato sito internet su cui sto lavorando. Mi sveglio in extremis alle 9.30 per arrivare al lavoro alle 10.00. Mi annoio a morte fino alle 13.00, vado a mangiare e mi ributto davanti al computer per risolvere quelli che speravo fossero gli ultimi problemini.
Bestemmio fino alle 17.20 e poi vado di corsa in Accademia a lavorare. Strada facendo mi imbatto in un alcolista d'età avanzata, sdraiato in mezzo alla carreggiata, che litiga con la propria scarpa destra. Questo cerca di alzarsi e rovina al suolo scorticandosi mani e braccia. Prima che mi muoia davanti agli occhi, buttandosi di testa sullo spigolo del marciapiede, decido di fare il bravo cittadino, di trascinarlo sul ciglio della strada e di chiamare il 118. Dopo venti minuti passati ad osservare il mio nuovo superamico che si brucia i polpastrelli tenendo una sigaretta per la punta, arriva l'ambulanza capitanata, pensa un po' il caso, dal buon Nello. Caricato il molesto ubriacone sul carro bestiame e ovviato il problema del "che cazzo ne facciamo del cane del tipo?" (sì, perchè il dionisiaco figuro era pure scortato da un pastore tedesco), mi presento al lavoro con una giustificatissima quarantina di minuti di ritardo.
Mi siedo alla scrivania ma, sorpresa, mi viene chiesto di dare una mano a fare un lavoretto manuale vecchio stile. Il lavoretto in questione, che mi viene descritto come "una robina da 20 minuti", consiste nel fissare degli spunzoni anti-piccioni (spero d'aver reso l'idea) sotto al tetto del gazebo in terrazzo. Salgo sulla scala a pioli (3 metri d'altezza) che titaneggia sul terrazzo del primo piano (2 metri d'altezza), con il sentore che, sempre sopravvivendo all'eventuale volo di 5 metri, il "lavoretto" non si concluderà nei 20 minutini predetti. Mi trovo dunque felicemente intento a: scrostare merda di piccione, demolire due nidi (con tanto di 4 uova), caravetrare e incollare (sia benedetta la colla "mille chiodi") per più di due ore. Finito il mio lavoro di manovalanza trascorro pure un'oretta a fare lavoro di segreteria. Esco dall'Accademia alle 21.30.
Mangio e mi rimetto al computer per finire il fottutissimo sito. Ore 00.14: l'apocalisse. Il sito non risponde più alla mia volontà, opta per il libero arbitrio e decide che non è più il caso di funzionare. Perdo 2 ore a cercare una soluzione sulla rete, ma mi rendo conto d'essere un precursore e che un problema del genere non si sia mai visto. Scrivo una mail implorante all'amministratore del server, chiedendo di recuperare i file del portale da un backup (con la tragica consapevolezza d'aver perso tutto il lavoro fatto oggi).
Potevo andare a letto o appendermi per il collo al lampadario. Ho optato per postare e defenestrarmi in sogno in un secondo, onirico, momento.
Sono le 3.00, affanculo a tut le monde!

Jason e la disciplina


Stamane mi trovavo a Bolzano per assecondare l'assurda burocrazia. Una volta assolti i miei impegni mi muovo celere verso la macchina. Strada facendo assisto ad una scena che mi fa riflettere.
Una mamma, stremata dall'afa bolzanina e dal peso della borsa della spesa, alle prese col suo pargolo. "Jason, stai attento e guarda dove cammini" (Jason è evidentemente l'esotico nome del figliolo). Tempo di finire la frase e Jason pesta i piedi alla madre. La casalinga di Voghera accenna una bestemmia, poi pensa a quanto detto dal pedagogo e riduce tutto a un "attento ai piedi della mamma, Jason" permeato di buonismo.
Negli occhi della genitrice ho captato però quella scintilla di rabbia che, ormai più di due decenni fa, vedevo ogni tanto negli occhi della donna che mi ha dato i natali. Jason fondamentalmente se ne fotte di quanto detto da mammina. In un epoca assurda come la nostra, dove una maestra per mettere in castigo un bambinetto indisciplinato deve prima richiedere l'autorizzazione alla magistratura, Jason avrà sicuramente il numero del suo avvocato salvato sulla rubrica del suo cellulare griffato Disney. "Se provi a urlarmi contro, ti faccio mandare una letterina mica cazzi da Grande Franzo Stevens", pensa Jason mentre si ingolla la sua anfetamina per bambini in stile Gary Oldmann in Leon. Mammina riparte e Jason ricomincia a farsi i cazzi suoi. Due passi di numero e ancora i piedini di Jason si infilano tra le calzature di mamma. Questa si gira e vede il diabolico nano sorridere e poi montare la faccina affranta di circostanza. Davanti al mal recitato musetto abbacchiato del figlioletto la madre entra in crisi. "Per metterti al mondo ho spinto 6 ore e mi sono fatta ricamare la frittola a punto croce, il mio capezzolo sinistro è deturpato da morsi e ragadi, ho le occhiaie croniche perchè per i primi tre anni della tua vita hai vissuto da vampiro, cazzeggiando di giorno e sbraitando di notte, la mia vita sessuale è annichilita perchè ogni volta che arrivo al dunque irrompi in camera per bivaccarti sul lettone e giocare con la PSP - questo il limpido pensiero della madre di fronte all'irrispettosa faccia della sua creatura - e ora mi pigli pure per il culo?". Jason non fa a tempo a terrorizzarsi sul serio e neanche a mandare un SMS al suo legale, la poderosa sberla arriva con precisione millimetrica e con tutta la violenza che si può accumulare in circa 6 anni di ascetica sopportazione. Lo schiocco risuona su via Verdi, la gente si gira; nessuno è indignato: si tratta solo di onesta e giusta disciplina! Jason piange, non tanto per il male ma perchè, probabilmente, è la prima volta che le prende.
Jason, bentornato bambino!

NOTA: Sono chiaramente contro la violenza grautita sui minori, ma cazzo: quando ci vuole, ci vuole!

Mettetelo in galera

Alle ore 7.06 del 4 giugno 2007 il mio cellulare inizia a squillare. Quattro squilli furiosi, bastanti a tirarmi giù dal letto bestemmiante, nessuna risposta. Sul display il nome del mio arcinemico di oggi: Luca Maria Caldarelli.
Le cause di questo ignobile gesto rimangono oscure, la mia cieca e iraconda vendetta sarà terribile.

I signori Di Mauro


Non si tratta di un fotomontaggio: lo splendido uomo incravattato è proprio Carletto (aka DMC).
Il buon Carlo, in data 1.1.2007, ha detto "sì" a Lisa. A questo evento non poteva mancare la selezionatissima rappresentanza trentina: io, Bise, Davide e Guada (noto nell'ambiente universitario anche con lo pseudonimo di "Paolo Giallo").
Arrivo in località San Fiore (nel profondo veneto) attorno alle 14.30. Primo problema logistico: trovare la chiesa. Memori della cartellonistica di propaganda, asserente "Provincia di Treviso, se la vedi t'innamori", cerchiamo di ottenere qualche informazione relativa all'ubicazione della cappella (senza doppi-sensi adolescenziali) da vari autoctoni. L'omertà è radicata nel codice genetico della popolazione indigena: non otteniamo risposta (a parte qualche sgarbato fanculo), ci arrangiamo a trovare la nostra meta e, sopratutto, non ci innamoriamo di Treviso.
Ore 15.30, raggiungiamo finalmente il luogo destinato alle nozze. Parcheggiamo e ci cambiamo davanti a casa della vecchia perpetua, che intanto scruta con sguardo notalgico noi quattro giovincelli in mutande.
Ore 16.00: il diluvio e l'eterna funzione. Giove Pluvio concede agli sposi giusto il tempo di entrare in chiesa, poi comincia a scagliare fulmini, saette e le canoniche catinelle d'acqua. Impagabile la prestazione del prete che, ad ogni tuonata, fa notare ai fedeli come l'Altissimo voglia sottolineare l'importanza dell'evento. La messa è terrificantemente lunga e dopo 90 minuti (più recupero) Mr. e Mrs. Di Mauro escono felicemente coniugati dal portone principale della casa di nostro Signore.
Alle ore 19.00 hanno inizio i festeggiamenti. Location: una splendida villa veneta sita qualche parsec dal più vicino tabaccaio (dettaglio importante, calcolando che in 3 fumatori avevamo un budget totale di 8 sigarette). Al tavolo con noi, tre giovani donne (Mara, Elisa ed Elisabetta) e MC (lo stereotipo della persona che ti aspetti di trovare ai matrimoni). Si mangia, si beve, si socializza, si scroccano sigarette alla splendida Mara (bella, simpatica, generosa, sa fare i massaggi e sostiene pure d'essere brava in cucina: perchè sia single rimane ancora un mistero). Animatrice della serata è la sosia della Raffa nazionale (con almeno trent'anni di meno sulle spalle) e la gioiosa Mary Jane (compagna sopratutto di me e Bise). Balliamo avvinghiati ad Elisa ed Elisabetta (Mara, dopo una misteriosa mezzora passata in compagnia di Guada, si da alla fuga). Cerchiamo di convincere Raffa a cantarci Maracaibo: non la sa. Bise preme coi Beach Boys: non ne conosce. Balliamo ciò che ci viene imposto di ballare (io e Bise abbiamo raggiunto un livello di malleabilità indotta davvero imbarazzante), duettiamo con Raffa qualche hit dei nostri padri, piroettiamo felici e guardiamo con stima Davide che approccia una misteriosa ed avvenente ragazza belga. Il tempo passa, Carlo strappa a morsi le calze di sua moglie, Raffa ci evita come la peste e dopo qualche birra ci vediamo costretti a partire per far ritorno a casa.
Guada porta la mia macchina fino a Trento dove, alle 5.30, gonfio di sonno, riparto in solitaria per Merano. Viaggio rapidissimo di cui ho solo qualche vago ricordo. Parcheggio l'auto in garage alle 6.20 e il culo sul letto alle 6.25. Ciao mondo, auguri Carlo, auguri Lisa...


Festa di Mesiano, la Babilonia dello Spritz: anche quest'anno ne siamo usciti tremendamente ammaccati ma splendidamente vivi.
L'affluenza a questo immancabile avvenimento mondano tridentino è stata come al solito massiccia; inevitabile quindi la discesa di noi unni dalle fredde lande del nord con l'obbiettivo unico di portare scompiglio e joie de vivre.
Terrificante la fase d'ingresso, arenati per un'ora (dalle 15.30 alle 16.30) in una claustrofobica e disordinata fila; faro unico di speranza l'orribile birra Prinz, venduta calda e a peso d'oro dall'immancabile baracchino.
Notevole il numero di "bionde" trangugiate, ma ancora più degno d'attenzione il quantitativo, a dir poco demenziale, di spritz bevuti. Sfiancati dall'afa trentina e madidi del nostro sudore, ci si appropinquava con assidua frequenza al banchetto/bar per ristorarci con la divina mistura di aperol e vino bianco. Emblematica la prestazione di Omar che, stremato dai chilometri percorsi facendo spola tra bancone e pista da ballo, è riuscito a convincere il barista a riempirci una tanica di arancionissimo nettare (al prezzo di due bicchieri).
Qualche goccia di pioggia viene accolta con gioia. Si balla, si poga, ci si attacca alla meravigliosa tanicozza (onnipresente al pari del monolite di 2001: odissea nello spazio). Attorno alle 23.30 la pioggerellina si evolve in nubifragio. Teniamo botta fino a chiusura, poi ci si avvia barcollanti a piedi verso casa di Budda, detto Sid, bagnati fino al midollo.
Appronto un'aglio e olio troppo salata e poi ci accampiamo alla buona in giro per casa. Scelta troppo frettolosa la mia, che finisco per occupare, mantato solo di un telo da spiaggia, un tragico materassino davanti alla porta spalancata del balcone, in piena e gelida corrente d'aria.
Oggi mi tormenta il mal di schiena, ma chissene...

Copyright


Ha appena smesso di piovere e l'aria del meranese è fresca e frizzante. Mi trovo davanti al computer, è l'una e mezza di notte e non ho voglia di andare a letto. Temporeggio cazzeggiando su internet, visto che cominciare a guardare un film adesso mi porterebbe a fare inesorabilmente troppo tardi; domani si lavora, dannazione!
Scandisco il tempo a sigarette, nel senso che mi dico "fumo l'ultima e poi mi svacco". Poi un dejavu: una notte di tanti anni fa e una situazione analoga. Non era scoppiata ancora la moda dei blog, ma all'epoca ero il fiero "padrone" di un titanico sito web: il glorioso www.ceyc.net (ora non esiste più e il dominio se l'è accaparrato qualcun'altro). Il sito, un titanico portale faticosamente compilato in HTML, raccoglieva una fornitissima collezione di vecchi giochetti per PC (nel gergo abandonware), svariate gallerie fotografica e qualche stronzatina scritta da me (ribadisco: niente "bloggate", si trattava di file in power point). Tex, Carlo e qualcun'altro se ne ricorderanno sicuramente.
In un attacco di nostalgia/curiosità mi metto a cercare in Google tracce di quella mia "impresa" post-adolescenziale. Trovo un link (chiaramente non più funzionante) alla mia defunta creatura e un po' di altri rimandi. Mi dico "ne fumo un'altra e poi davvero mi metto a letto".
Ecco che mi balza alla mente un ricordo. Avevo scritto una stronzata intitolata "dimmi cosa fumi e ti dirò chi sei", nella quale, sulla base della marca di sigarette, davo un sommario profilo della persona che fumava quel prodotto. Butto in Google la stringa "Dimmi cosa fumi" e, come primo risultato, mi viene fuori questa pagina. Sommo lo stupore: si tratta proprio di quanto scritto da me, ma con qualche aggiunta da parte di colui che si professa autore del testo (Carlo o Tex sicuramente possono confermarlo, e sono tenuti a farlo).
La mia opera è stata plagiata, ma sopravvive agli anni e ne sono contento.
Fumo l'ultima e poi a letto...

PS: L'ultima marca trattata nella lista originale è "Black Death"

Mitch is back


E via! Si riapre la stagione estiva. Il vostro affezionatissimo torna a mantarsi di rosso e a brandire la fantomatica boa da bagnino.
Oggi alle 12.00 (ma con elegante ritardo) è stato mio l'onore di aprire la piscina, che sarebbe meglio definire vasca da bagno oversize, del camping. Immancabile la prima insolazione e altrettanto immancabili le somme cazzate dei clienti bramosi di cimentarsi nei classicissimi discorsi futili di sempre; primi su tutti "il tempo", "la latitanza della mezza stagione" e "la temperatura dell'acqua".
Entra subito tra le fovorite per il premio "domanda idiota della stagione" quella postami da un meticoloso anzianotto tedesco che, dopo essersi informato sulla temperatura odierna dell'acqua della vasca, ha voluto strafare e chiedermi "e domani che temperatura avrà?". Lampante la delusione sul suo rugosissimo volto alla mia sincera replica "ma io che minchia ne so!".
Notevole anche la performance di 2 ragazzine olandesi (presumibilmente puberte ma, coi tempi che corrono, non mi sbilancio ad azzardarne l'età) che, volendo emulare le models hanno deciso di prendere il sole in topless. Ma l'idea di esibire ai quattro venti le nascenti zizzette andava provabilmente a cozzare con l'imbarazzo caratterizzante la giovanissima età; come ovviare al problema? In questi frangenti si vede la superiorità pratica degli olandesi, quelli che invece di rubare un po' di terra ai confinanti con un paio di sane Blitzkrieg, la scippano all'oceano; che se non era per il bambino che infilava le ditina nelle dighe, a quest'ora la costa atlantica arrivava a Dortmund. Le due timidone decidono di andare a prendere il sole sul tetto del camper. Tutto assolutamente geniale, peccato però che il vento abbia riportato al suolo i reggipuppe delle giovincelle che, alla fine, si sono trovate in piedi, imprecanti e seminude sul tetto del caravan, a sentirsi i fischi di apprezzamento dei ragazzi che percorrevano la ciclabile costeggiante il campeggio.
Cominciamo bene...

Cronaca Nera


Merano. Il titolo parla chiaro: un altra vittima dell'alcolismo nella nostra bella Merano.
Ieri DB (detto Bosh) è riuscito a superare brillantemente l'esame per Assistente Bagnanti. Naturale l'entusiasmo e la voglia di festeggiare. Raggiunge alcuni amici per un innocente brindisi, ma la serata prende una brutta piega.
Ore 23.32, DB e altri 3 giovani meranesi si recano in città per il bicchiere della staffa. Il clima è goliardico; nessuno pensa che la tragedia possa essere dietro l'angolo. Un ultima, letale Williams. DB comincia a rigettare succhi gastrici. L'ultima frase pronunciata - dicono i testimoni - fu un fiero "Se questo è sbocco...". Un passo all'indietro, quasi un salto verso l'ignoto. Il rigetto diventa copioso, il giovane crolla a terra. Si chiude il sipario.
Pronti i rilievi della polizia scientifica. L'autopsia chiarirà le cause del decesso. Si cercano i testimoni chiave, quelli che dovevano essere i grandi amici, ma sembra che questi si vogliano sottrarre alla giustizia chiedendo asilo in Olanda.


Chiedo scusa a tutti per questa mia ingiustifica latitanza dall'universo dei blog. La bulite, da cui ero affetto, è un brutto ricordo. Ringrazio Tex per la solidarietà offertami, Bosh per la sua preziosa posizione di antitesi a "faro della salvezza", Fragolina per essermi stata virtualmente accanto e un ringraziamento particolare a Staccu per aver creduto in me ed avermi spronato a tornare a postare.
Cominciamo.
Ciao, mi chiamo Paolo ho 27 anni e da circa 4 anni mi ripropongo di laurearmi "a breve". Non mi sento vecchio, sono gli altri che provano a farmici sentire (Gnaz si è sposato e c'è chi segue il suo esempio: http://xoomer.alice.it/lisaecarlosposi). Ero presente ed allegramente ebbro a tutti gli eventi che hanno avuto luogo nei dintorni del meranese e che sono stati brillantemente descritti nei blog da me linkati. Sono uno degli ideatori del manifesto del Landmann's Lifestyle, primo custo del sacro braciere, feroce maestro di toga, inventore del sistema "Toga per giovani disagiati" (segreto che svelerò prossimamente agli abitanti del villaggio globale) e del Jack&Cola con Chupa Chups.
Ciao, mi chiamo Paolo e rido di gusto alle campagne americane che cercano di convincere i giovani a praticare la più ascetica delle astinenze (iniziativa che, grazie a Dio, si sta rivelando fallimentare). Sono cresciuto col mito dei toga party americani, di Fonzie che si bombava le gemelle Tuscadero a Sandwich, di Pipino, Wendy, Pilone e degli altri amici di Porkys e, in tempi più recenti, dei giovani teenager che seducono le torte di mele.
Ciao, mi chiamo Paolo, non mi astengo, fumo e in macchina ho sempre un pacchetto di TicTac. Sarò mica un edonista?

Io, lei e Alice

Pensavo di averle viste tutte quando mesi fa fui assalito da una santona affascinata dal mio enorme "cono col divino" (vedi il post "mistici incontri"), ma la vicenda che vado a riportarvi sfiora anch'essa il ridicolo.
Vengo contattato telefonicamente da una signora che mi richiede ausilio tecnico per l'installazione di un modem Alice. Mi accordo per venerdì pomeriggio e, con canonico ed elegantissimo ritardo, mi presento a casa della Desperate Housewive. L'accoglienza è quella solita: "Meno male che è arrivato; posso offrirle un bel caffè?". Rifiuto con cortesia il caffettino e, come un ginecologo entusiasta del proprio lavoro, chiedo di potermi tuffare subito nell'intimità dei byte della signora. Vengo scortato nella stanza della figlia. Sul lettone titaneggiano le scatole del "pacchetto Alice": modem, videotelefono e scatolina dei cavi. La signora intanto decanta la propria ignoranza in materia di "robe elettroniche" e mi chiede come io faccia a capirci qualcosa. Nel mentre mi squilla il cellulare. Rispondo. La signora intanto interrompe la sua prosa di autocommiserazione e mi fa capire a gesti che delega a me tutto il lavoro, visto che deve andare ad accudire il marito stroncato dall'influenza nell'altra stanza. Finisco la chiamata e mi ritrovo tutto solo nella stanzina. Spacchetto il modem e i vari accessori, infilo i cavi nelle prese a muro e poi decido che è tempo di mettermi al lavoro. Vago nella stanzina in cerca del computer, ma in giro non c'è nulla che gli assomigli. La caccia al tesoro non produce risultati e decido di chiedere aiuto alla signora.


"Signora, scusi, ho attaccato tutto; mi potrebbe dare il portatile così sistemo la connessione"
"Portatile? Computer portatile? Non abbiamo computer in casa..."

Penso si tratti di un simpatico scherzo, ma non è così...

"Il computer dovrebbe arrivare, ma intanto abbiamo internet. Mia figlia ci teneva..."

Non faccio domande, incasso la parcella, saluto e me ne vado. Bah...

Il peso degli anni


E un bel dì di metà marzo apro gli occhi e mi viene un dubbio: starò mica invecchiando. Faccio spallucce e barcollo rincoglionito fino al bagno per le giuste abluzioni mattutine. Il ginocchio mi duole per un mezzo incidentino a basket...tutta colpa degli gnocchi! Effettivamente un piatto di gnocchi ai 4 formaggi trangugiato avidamente 10 minuti prima di andare a fare sport non è proprio il menu consigliato da dietologi e personal trainer; ma ieri a cena, trovandomeli davanti, lo sciocco pensiero è stato "tanto sono giovane, vuoi che mi facciano male? ". Dannati, squisitissimi gnocchi. Mancavo di fiato, mancavo di gambe e sudavo più del solito (e i miei compagni di ventura possono confermare che la mia sudorazione è seconda solo a quella del capro tibetano in calore). Un pensiero mi sfiora "gnocchi troppo conditi o metabolismo che sente il peso degli anni?".
Dopopartita al wunder per la meritata birretta, quella che vuol vanificare gli ettolitri di sudore secreto. Ivi l'incontro col buon Gnaz, lo stesso buon Gnaz mio compagno di classe al liceo e, guarda caso, lo stesso Gnaz che a fine mese si sposerà. Petu, poco meno di due anni fa, ha piantato il suo seme nel grembo d'una donna ed ora è felicemente padre e convivente. Bulu è vecchio da quando era giovane (non è un paradosso, è la sintesi di una vita vissuta fuori dagli schemi). Ed ora ci si mette pure Gnaz, che arriva addirittura a fare il gran passo. Ancora quel pensiero...
Rielaboro poi alcuni dettagli della mattinata. Accompagnavo mia madre alle terme e, dannazione, la cassiera conosce bene la donna che mi ha dato i natali. Ovvia l'uscita di "Paolo, ma quanto sei cresciuto, mi ti ricordavo quando eri alto così..."; altrettanto ovvia la replica di mamma Marta "Oh sì, ti ricordi, lavoravi al negozio in galleria e mi davi sempre una mano a scegliere le magliettine per Paolino". Io intanto muoio un poco dentro...alla soglia dei trent'anni queste puttanate da menopausa non le voglio più sentire. Sempre alle terme mia madre si fermava a chiacchierare con una conoscente e qui mi arrivava la mazzata. L'ignota signora mi guardava e mi chiedeva "Lei è il marito?". Solo la deontologia professionale da assistente bagnanti mi ha impedito di annegare la vecchia stronza in seduta stante.
Insomma, l'assurda idea di puntare inesorabilmente al vetusto mi è balzata in testa alle terme e non mi ha più abbandonato fino a stamattina. Ora sto meglio, sono guarito, mi sento "giova" e stasera lascio la macchina in garage...Viva!

Potevamo guardare San Remo, ma abbiamo preferito inventare qualcosa.
Serata davvero interessante quella di ieri, spiegata dettagliatamente sul blog di Staccu. Nel nulla più assoluto offerto da Merano bisogna trovare un pretesto per bere ed è così che due menti corrotte dall'alcolismo hanno dato vita ad un magnifico gioco dal carattere puramente aleatorio. Il gioco si chiama Wunderspiel. Passo a spiegare le regole:

Per giocare occorrono 2 giocatori, 2 dadi, 10 tappi, un bar fornito e un fegato oversize.
Il punteggio segue le arcinote regole del Tokio. Tirati i due dadi, il dado con il punto più alto rappresenterà le decine, l'altro, ovviamente, le unità. Ci sono poi le combinazioni particolari: i vari posh (i due dadi hanno lo stesso punto. Il posh più alto è quello di 1, detto Shangai, poi il posh di 6 e, a scendere, fino al posh di 2) e il Tokyo (il 21).
Si pongono i 10 tappi al centro del tavolo. Il giocatore A tira i due dadi senza mostrare il punto all'avversario. Il giocatore B deve indovinare il punto dell'avversario; per farlo ha due possibilità. Il giocatore A, una volta sentito il punteggio proposto dal giocatore B, deve dire se il punteggio del tiro dei dadi è più alto o più basso di quanto annunciato dal suo avversario. Se il punteggio non viene indovinato, il giocatore B prenderà un tappo. Se invece il punteggio viene indovinato, il giocatore B potrà scaricare un numero N di tappi pari a quello di un tiro di singolo dado. I tappi scaricati tornano in gioco al centro del tavolo. Se il punteggio viene indovinato al primo colpo, il giocatore potrà scaricare un numero di dadi pari a N+1. Il gioco si conclude una volta esauriti i tappi al centro del tavolo. Vince chi, esauriti i tappi, ha meno tappi caricati. Se si dovesse arrivare ad una situazione di parità (5 tappi a testa), ogni giocatore dovrà scaricare due tappi. Il giocatore perdente dovrà provvedere a offrire un giro di bevande alcoliche a sua scelta.
Ogni giro di alcolici giocato deve essere rigorosamente bevuto (in questo gioco è assolutamente bandito l'abbuono di giri).

Buon Wunderspiel a tutti!

Avvertenza: il Wunderspiel non è un gioco per famiglie ed è severamente vietato ai minori di 16 anni

Il giorno più lungo


Quando si dice "giornata intensa".
Ieri notte mi impacco sul diabolico videogioco "Medieval 2" e, in preda a deliri di onnipotenza, finisco per tirare le 5. Bestemmio all'idea della sveglia inesorabile alle 8.30, ma poi penso che l'eccidio attuato ai danni dei francesi sia un'ottima motivazione al coma del giorno dopo. Dopo una lunghissima mattinata lavorativa penso di potermi gustare una meritatissima siesta, del resto ho reso il mondo un posto migliore eliminando i cugini d'oltralpe...Niente da fare! Il mio trip onirico deve lasciar posto a pressanti piccoli impegni, quelle classiche mansioncine che, a forza di "bah, posso sempre farlo domani" finiscono per accumularsi fino a saturazione.
Alle 17.00, finiti i "lavoretti", sfido il traffico di punta meranese per recarmi a casa di un povero utente informatico medio, che da due giorni impreca furente contro il suo nuovo computer. Per strada assisto ad una scena emblematica: un cinquino bianco, con dentro un uomo e tre donne in tipico costume islamico, che agilmente supera a destra un'auto dei carabinieri. Per un attimo ho la tentazione di farlo anch'io, poi penso che i tutori dell'ordine potrebbero essere prevenuti nei confronti di noi caucasici e che potrei finire vittima di sanzioni e manganellate. Faccio spallucce, me ne accendo una e proseguo a passo d'uomo verso la mia meta.
Ora arriva il bello. Il mio assistito mi fa notare che il computer nuovo si spegne quando si fa uscire il carrello di entrambi i CD-ROM. Penso si tratti di uno strano contatto, smonto e rimonto i lettori ma il problema persiste. L'infernale aggeggio poi comincia a spegnersi anche in maniera autonoma. Penso si tratti di un problema di alimentazione o di un difetto della scheda madre. Salto in macchina con il PC sottobraccio e via di corsa dai coniugi Only (i rivenditori di fiducia). Attacchiamo tutto e funziona come il più classico degli orologi elvetici. Anna mi chiede quali droghe io abbia assunto, domanda più che lecita visto la situazione e le mie borse agli occhi. Riprendo il computer e lo butto indelicatamente in macchina, pensando come fare a spiegare al mio cliente che casa sua è infestata da demoniache presenze; se considerate poi che sua moglie è pure la mia maestra di religione delle elementari, beh, il tema esorcismo diventa qualcosa di tremendamente serio...
Rieccomi sotto la sua scrivania in perfetto stile Lewinsky a cercare assurde combinazioni di cavi per ovviare all'increscioso problema: niente da fare! Poi penso "cosa farebbe Einstein se fosse in me?". La risposta è tremendamente "ovvia": il computer è posto in prossimità di un intenso campo elettromagnetico, questo ne pregiudica il funzionamento. L'unica cosa da fare è spostarlo. Di fronte a una così divina illuminazione decido di assecondare il mio delirio: traslo il computer di un metro e lo ruoto di 90°. Cazzo, funziona! Mi becco una raffica di pacche sulle spalle e lodi alla mia brillante mente scientifica.
Si fanno le 21.00, ho fame e sonno, vado a casa e pregusto una meritata cenetta; ma sulla tavola imbandita titaneggia solo un minestrone...boh...tra un'ora e mezza è già domani: e meno male!

A.A.A Fragolina cercasi


E dopo immemore tempo si torna a postare.
Questo è il primo post dopo qulla unregelmaesige Perle (cito il mio prof. di tedesco del liceo) dedicata alla bulite: unico post ad aver raggiunto la bellezza di 20 commenti, tra i quali annoveriamo gli interventi del prof. Tessari, dello stesso e redivivo Bulu (onore riservato a pochissimi) e, sopratutto, di Fragolina.

Fragolina ha gettato lo scompiglio nella nostra cerchia di fedelissimi blogganti, ha cambiato gli equilibri. Per la prima volta mi sono reso veramente conto che qualcuno al di fuori della cerchia dei fedelissimi minchioni può arrivare alle boiate che sporadicamente pubblico. Dopo i post di Fragolina sono stato letterelmente interrogato dagli amici, mi sono arrivate telefonate da Venezia, Bolzano, Milano, Trento e anche dall'estero (perchè San Marino, cazzo, è fuori dai sacri Confini). L'incipit dei tutte le telefonate era il seguente: "Chi cazzo è Fragolina?".
Ora che ho trovato il tempo per postare, mi appello direttamente all'interessata:

Fragolina, chi sei? Da dove vieni e dove vivi? T'è passata la bulite? Il Watten è servito? Hai letto il blog di Bosh (quello depressivo consigliatoti nei commenti)? Quand'è che ci degnerai della tua presenza per una salutare birretta?

Bueno, per oggi è tutto. I commenti sono graditi, ma uno in particolare è atteso!

Bulite, tremenda bulite

La Dea bendata (qui raffigurata) mi ha voltato le spalle (ma non posso aprofittarne...), Dio mi aiuti: ho contratto la bulite. Cos'è la bulite? La bulite è una patologia strana, i cui studi sono ancora in fase embrionale. Per farla breve, pensate di diventare un catalizzatore di sfiga assoluta (la sfiga è quando capitano cose sfigate, la sfiga assoluta è quando le cose sfigate capitano in circostanze estremamente sfigate. NDR).
La bulite non la contrai da un giorno all'altro, è come l'ifluenza: il giorno prima di ammalarti lo senti nelle ossa che c'è qualcosa che non va (sono gli arcinoti campanellini d'allarme). All'influenza, così come all'Iraq, si può far guerra preventiva (doppia aspirina ed ettolitri di spremute d'arancia), ma per la bulite non c'è prevenzione che tenga.
I campanellini d'allarme li avevo percepiti il 28 dicembre 2006 (tonsillite prima di capodanno). Dalle teorie del dott. M. Tessari (luminare in materia di bulite) evince come tipico sintomo della malattia quello di passare il veglione di Capodanno a letto in preda a delirium tremens e brindare all'anno nuovo con una pinta di sciroppo per la tosse (rigorosamente di marca Oki). Il fatto di essermi brillantemente dopato di medicinali ha fatto sì che io il capodanno l'abbia potuto passare piacevolmente ubriaco sulle rive dell'Elba, finendo così per prendere sottogamba l'avvento del morbo.
Recentemente ho superato la prova scritta di un esame assai complesso e ho a disposizione pochi giorni per prepararne la titanica prova orale e, cosa mi succede?
  1. Mi mettono un appello d'esame a sorpresa, passo una notte in bianco a studiare e poi il simpatico docente mi cambia pure il programma d'esame;
  2. Mi si rompe misteriosamente la montatura degli occhiali (guardo la TV e di botto il mondo percepito dal mio occhio destro sparisce);
  3. Mio padre si offre di ripararla e mi distrugge pure le lenti (non bestemmia neanche, ma blissa agilmente dicendo "tanto erano sporche" - Cazzo, alla faccia del consumismo! -);
  4. Mi ammalo e perdo praticamente 2 giorni di preziosissimo studio;
  5. Guarisco ma la schiena mi tormenta;
Chiudo appellandomi al dott. Tessari: "Mi spunteranno i quadretti sulle camicie? Mi verrà la forfora? Tutte le mie scarpe diventeranno mocassini? I miei calzini diventeranno tutti bianchi? Esiste una cura? Mi devo andare a far risistemare i chakra? Aiuto!"

Triste ritorno alla vita


Oggi la consapevolezza del ritorno alla dannata routine quotidiana mi è piombata addosso come una tegola. Gli esami si avvicinano inesorabili e l'incubo "idraulica" torna a tormentarmi il sonno.
A Merano i computer detonano e il "pronto intervento Ciccio" gira instancabile per il burgraviato. Tra qualche ora dovrò presentarmi da una signora che ha la fissa del complotto internazionale e che da mesi è convinta che qualche hacker dispettoso le cancelli la posta; a riprova delle sue teorie mi ha fatto notare che tra i preferiti di explorer è misteriosamente comparso l'indirizzo di un sito pincione...Bah! A mio modesto avviso il pirata è il marito che, come tutti gli uomini alla soglia dei 65, è diventato un erotomane multimediale e che, guarda un po', ogni volta che la moglie comincia a parlare della "dannnata pornografia che tormenta la rete" esce a comprare le sigarette. Ripenso alla mia ingenuità di puberto che, a 15 anni, era convinto che l'era delle pippe finisse con la maggiore età...

Studio, lavoro, lavoro, studio...argh...levo un calice da mezzo alla salute dei miei compagni d'avventura della già troppo remota gitarella dresdese e chiudo chiedendo "quest'anno quando cade la pasqua?".
Vado ad oscurare siti porno...


 

Copyright 2006| Blogger Templates by GeckoandFly modified and converted to Blogger Beta by Blogcrowds.
No part of the content or the blog may be reproduced without prior written permission.