Io, lei e Alice

Pensavo di averle viste tutte quando mesi fa fui assalito da una santona affascinata dal mio enorme "cono col divino" (vedi il post "mistici incontri"), ma la vicenda che vado a riportarvi sfiora anch'essa il ridicolo.
Vengo contattato telefonicamente da una signora che mi richiede ausilio tecnico per l'installazione di un modem Alice. Mi accordo per venerdì pomeriggio e, con canonico ed elegantissimo ritardo, mi presento a casa della Desperate Housewive. L'accoglienza è quella solita: "Meno male che è arrivato; posso offrirle un bel caffè?". Rifiuto con cortesia il caffettino e, come un ginecologo entusiasta del proprio lavoro, chiedo di potermi tuffare subito nell'intimità dei byte della signora. Vengo scortato nella stanza della figlia. Sul lettone titaneggiano le scatole del "pacchetto Alice": modem, videotelefono e scatolina dei cavi. La signora intanto decanta la propria ignoranza in materia di "robe elettroniche" e mi chiede come io faccia a capirci qualcosa. Nel mentre mi squilla il cellulare. Rispondo. La signora intanto interrompe la sua prosa di autocommiserazione e mi fa capire a gesti che delega a me tutto il lavoro, visto che deve andare ad accudire il marito stroncato dall'influenza nell'altra stanza. Finisco la chiamata e mi ritrovo tutto solo nella stanzina. Spacchetto il modem e i vari accessori, infilo i cavi nelle prese a muro e poi decido che è tempo di mettermi al lavoro. Vago nella stanzina in cerca del computer, ma in giro non c'è nulla che gli assomigli. La caccia al tesoro non produce risultati e decido di chiedere aiuto alla signora.


"Signora, scusi, ho attaccato tutto; mi potrebbe dare il portatile così sistemo la connessione"
"Portatile? Computer portatile? Non abbiamo computer in casa..."

Penso si tratti di un simpatico scherzo, ma non è così...

"Il computer dovrebbe arrivare, ma intanto abbiamo internet. Mia figlia ci teneva..."

Non faccio domande, incasso la parcella, saluto e me ne vado. Bah...

Il peso degli anni


E un bel dì di metà marzo apro gli occhi e mi viene un dubbio: starò mica invecchiando. Faccio spallucce e barcollo rincoglionito fino al bagno per le giuste abluzioni mattutine. Il ginocchio mi duole per un mezzo incidentino a basket...tutta colpa degli gnocchi! Effettivamente un piatto di gnocchi ai 4 formaggi trangugiato avidamente 10 minuti prima di andare a fare sport non è proprio il menu consigliato da dietologi e personal trainer; ma ieri a cena, trovandomeli davanti, lo sciocco pensiero è stato "tanto sono giovane, vuoi che mi facciano male? ". Dannati, squisitissimi gnocchi. Mancavo di fiato, mancavo di gambe e sudavo più del solito (e i miei compagni di ventura possono confermare che la mia sudorazione è seconda solo a quella del capro tibetano in calore). Un pensiero mi sfiora "gnocchi troppo conditi o metabolismo che sente il peso degli anni?".
Dopopartita al wunder per la meritata birretta, quella che vuol vanificare gli ettolitri di sudore secreto. Ivi l'incontro col buon Gnaz, lo stesso buon Gnaz mio compagno di classe al liceo e, guarda caso, lo stesso Gnaz che a fine mese si sposerà. Petu, poco meno di due anni fa, ha piantato il suo seme nel grembo d'una donna ed ora è felicemente padre e convivente. Bulu è vecchio da quando era giovane (non è un paradosso, è la sintesi di una vita vissuta fuori dagli schemi). Ed ora ci si mette pure Gnaz, che arriva addirittura a fare il gran passo. Ancora quel pensiero...
Rielaboro poi alcuni dettagli della mattinata. Accompagnavo mia madre alle terme e, dannazione, la cassiera conosce bene la donna che mi ha dato i natali. Ovvia l'uscita di "Paolo, ma quanto sei cresciuto, mi ti ricordavo quando eri alto così..."; altrettanto ovvia la replica di mamma Marta "Oh sì, ti ricordi, lavoravi al negozio in galleria e mi davi sempre una mano a scegliere le magliettine per Paolino". Io intanto muoio un poco dentro...alla soglia dei trent'anni queste puttanate da menopausa non le voglio più sentire. Sempre alle terme mia madre si fermava a chiacchierare con una conoscente e qui mi arrivava la mazzata. L'ignota signora mi guardava e mi chiedeva "Lei è il marito?". Solo la deontologia professionale da assistente bagnanti mi ha impedito di annegare la vecchia stronza in seduta stante.
Insomma, l'assurda idea di puntare inesorabilmente al vetusto mi è balzata in testa alle terme e non mi ha più abbandonato fino a stamattina. Ora sto meglio, sono guarito, mi sento "giova" e stasera lascio la macchina in garage...Viva!

Potevamo guardare San Remo, ma abbiamo preferito inventare qualcosa.
Serata davvero interessante quella di ieri, spiegata dettagliatamente sul blog di Staccu. Nel nulla più assoluto offerto da Merano bisogna trovare un pretesto per bere ed è così che due menti corrotte dall'alcolismo hanno dato vita ad un magnifico gioco dal carattere puramente aleatorio. Il gioco si chiama Wunderspiel. Passo a spiegare le regole:

Per giocare occorrono 2 giocatori, 2 dadi, 10 tappi, un bar fornito e un fegato oversize.
Il punteggio segue le arcinote regole del Tokio. Tirati i due dadi, il dado con il punto più alto rappresenterà le decine, l'altro, ovviamente, le unità. Ci sono poi le combinazioni particolari: i vari posh (i due dadi hanno lo stesso punto. Il posh più alto è quello di 1, detto Shangai, poi il posh di 6 e, a scendere, fino al posh di 2) e il Tokyo (il 21).
Si pongono i 10 tappi al centro del tavolo. Il giocatore A tira i due dadi senza mostrare il punto all'avversario. Il giocatore B deve indovinare il punto dell'avversario; per farlo ha due possibilità. Il giocatore A, una volta sentito il punteggio proposto dal giocatore B, deve dire se il punteggio del tiro dei dadi è più alto o più basso di quanto annunciato dal suo avversario. Se il punteggio non viene indovinato, il giocatore B prenderà un tappo. Se invece il punteggio viene indovinato, il giocatore B potrà scaricare un numero N di tappi pari a quello di un tiro di singolo dado. I tappi scaricati tornano in gioco al centro del tavolo. Se il punteggio viene indovinato al primo colpo, il giocatore potrà scaricare un numero di dadi pari a N+1. Il gioco si conclude una volta esauriti i tappi al centro del tavolo. Vince chi, esauriti i tappi, ha meno tappi caricati. Se si dovesse arrivare ad una situazione di parità (5 tappi a testa), ogni giocatore dovrà scaricare due tappi. Il giocatore perdente dovrà provvedere a offrire un giro di bevande alcoliche a sua scelta.
Ogni giro di alcolici giocato deve essere rigorosamente bevuto (in questo gioco è assolutamente bandito l'abbuono di giri).

Buon Wunderspiel a tutti!

Avvertenza: il Wunderspiel non è un gioco per famiglie ed è severamente vietato ai minori di 16 anni


 

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