Pagherò


Tanti sono i quesiti ai quali non riesco a dare risposta, ma quello che mi assilla in questo momento è "perché a settembre tutti vogliono i miei soldi?".
Rientro a casa dopo una mattinata di lavoro e mi trovo un sacco di posta sulla scrivania. Il fatto di non avere amici di penna mi fa subito intuire che la mia quasi-sicurezza finanziaria stia per essere drasticamente compromessa.
Ma vediamo un po' chi mi ha scritto:
  • Università degli Studi di Trento. Vogliono la retta anche quest'anno; e io che speravo che dopo tanti anni di onorata carriera accademica qualcuno mi proponesse una tariffa flat.
  • Broker assicurativo. Vogliono i soldi delle assicurazioni di macchina e motorino. Li vogliono affinché io possa dormire sonni tranquilli, ma io non dormo al pensiero dei soldi che devo sborsare. E se invece del vil danaro mandassi una lettera scritta di mio pugno e con bella grafia recante la promessa solenne "Giuro che sto attentissimo"?
  • VISA. In sintesi il messaggio riportato è questo "Ti ricordi i soldi che t'abbiamo prestato? Ecco, ce li siamo ripresi con gli interessi". Usurai!
  • Comune di Giacciano con Baruchella (RO). Tania ed Eleonora lavorano all'aperto. Tania ed Eleonora non fanno un lavoro onorevole. Tania ed Eleonora stanno giorno e notte sul ciglio della strada ed attendono che passi qualcuno. Tania ed Eleonora probabilmente sono due persone tristi. Tania ed Eleonora sono forse meretrici? Quasi! Tania ed Eleonora sono due dannate vigilesse. Tania ed Eleonora hanno chiesto ad Ilenia di mandarmi una letterina. Da me Ilenia vuole 163,00 € per aver superato di 15 km/h il limite consentito. Tania, Eleonora, Ilenia e tutti gli altri 2.252 abitanti di Giacciano: andate a farvi fottere!
Detto questo non mi rimane che congedarmi con un annuncio:

Vendo rene caucasico (0RH+) quasi nuovo. Ottimo stato.
Revisionato 6/2005. Telefonare a ore pasti. No perditempo.


Beh, potrebbe andar peggio: c'è chi si sposa...


Capisco che sia estate e che solo l'idea di lavorare possa far lacrimare le ascelle ma, dannazione, se proprio capita di venire incastrati in ufficio a qualche giorno da ferragosto, sarebbe duopo perlomeno simulare un po' di sana dedizione.
9 agosto 2007. Vengo chiamato nel pomeriggio dalla responsabile della FIN per andare a ritirare dei documenti. Con tono acido mi invita a presentarmi la mattina dopo per poter finalmente chiudere delle pratiche.
10 agosto 2007. Alle 7.30 mi trascino fuori dal letto e striscio con verve mattiniera verso il bagno. L'idea di guidare fino a Bolzano mi schifa alquanto ma, purtroppo, è inevitabile. Con l'occhio socchiuso e la lente scura che cela le caccoline mi ritrovo in macchina.
Arrivo alle alle 8.42, ma l'ingresso dello stabile è curiosamente chiuso. Comincio a danzare sotto alla fotocellula nella speranza che la porta si apra: niente di fatto. Impreco, sopratutto quando realizzo che alle 10.00 devo essere a Merano per lavoro e che potrei essere ancora beatamente supino sul letto. Mi attacco al citofono e comincio a suonare tutti i campanelli: non vi è replica. Provo anche a telefonare all'ufficio, ma anche in questo caso non ottengo uno straccio di risposta.
Ore 9.08. Un apparentemente distinto uomo di mezza età appare da dietro all'angolo dell'edificio e punta sicuro e disinvolto il portone. Una volta preso atto del guasto all'apertura automatica, tira fuori dalla tasca un mazzo di chiavi e apre l'invarcabile adito. Dopo due giuste e ponderatissime bestemmie mi invita gentilmente ad entrare. Seguo il mio salvatore e punto determinato il primo piano con l'idea di bivaccare sulla soglia dell'ufficio fintanto che non fosse arrivata la responsabile della FIN. Con grande stupore trovo la porta dell'ufficio aperta. Irrompo nella stanza dove vengo accolto con freddezza. Con tono spocchioso e scocciato (imitando dunque Mastro Brogiato) faccio notare che da oltre 20 minuti sono sotto che aspetto davanti ad una porta chiusa e che avrò suonato una ventina di volte il campanello. La tipa (secca, sulla cinquantina e con la voce bassa) alza un sopracciglio e con un tono indifferente mi fa "Ah, pensavo fosse uno scocciatore". "Mi deve scusare - continua l'impiegata modello - ma stavo giocando a solitario".
Ci rimango di merda e non so cosa rispondere. Avevo pronta una discreta collezione di repliche caustiche alle tipiche giustificazioni. Penso "Cosa farebbe Brogiato se fosse al mio posto?", provo ad atteggiarmi ma qualche freddura e due velate minacce non la tangono minimamente. Pago e me ne vado con l'odio che mi corrompe l'anima.
Ore 10.00. Sfogo la mia rabbia su una povera signora di 75 anni alla quale impartisco lezioni di nuoto. Lei quasi piange e io mi sento merda. E tutto per colpa di quella stronza impertinente.


 

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