Pizza? Anche no...


Finalmente trovo il tempo per postare quanto successomi in pizzeria qualche giorno fa.
Già l'immagine penso che sia sufficiente eloquente: parliamo di topi. Che poi, se si trattasse di topi, non farebbe neanche troppo schifo: parliamo di pantegane.
Inizialmente volevo mantenere una certa discrezione per quanto riguarda il luogo dell'increscioso accadimento ma, visto che ci hanno pure fatto pagare la pizza, beh, la sputtanata mi pare doverosa: pizzeria "La Bruschetta" a Merano.
Veniamo al dunque. Io, il dr. Klaus, Bulu, Anna e Roby decidiamo che è giusto aprofittare dell'assenza di Daniel (figlio di Anna e Roby), in vacanza coi nonni, per andare a farci una pizzetta e alzare qualche calice. Optiamo per la pizzeria più vicina alla casa dei coniugi "Only", che tra l'altro vanta anche fama di essere una delle migliori di Merano. Ivi veniamo fatti accomodare nella verandina semi-coperta con vista su via Roma dove, per scusarci della pessima collocazione, ci viene subito dispensato un giro di birre gentilmente offerto dalla casa. Dopo esserci saziati e aver seccato qualche altro bicchiere ha inizio l'epopea del ratto.
Inizialmente ci accorgiamo che uno dei camerieri continua insistentemente a far capolino con la testa per controllare la sala (vuota al di fuori di noi). I camerieri, in breve tempo, diventano due ed iniziano a confabulare. Poco dopo il più giovane dei due fa irruzione in sala brandendo un enorme sbranga di ferro, che credo fosse il paletto per chiudere la porta d'ingresso e, con preoccupante nonchalance, si avvicina al nostro tavolo informandoci che un topo si aggira rasente alle nostre calzature. Klaus, col tipico pragmatismo dell'ingegere, si vuole però informare sull'effettiva gravità dei fatti e chiede delucidazioni sulla grandezza del topo. Il cameriere a gesti ci informa che la bestiola non supera la spanna di lunghezza. Klaus, sempre più pragmatico, vuole sapere se l'approssimativa misura tiene conto anche della coda dell'animale; il cameriere risponde "due spanne, allora". Anna comincia a roccogliere i piedi sulla sedia ed io comincio a pensare che non fosse il piede di Bulu quello che sensualmente sfiorava il mio polpaccio durante la cena. Il cameriere, con occhio felino (e mai "felino" è stato aggettivo più calzante), stana la pantegana a nenache mezzo metro da Anna e qui sfoggia tutta la sua abilità di cacciatore impalando la preda al muro. Il ratto comincia a urlare (non squittire: URLARE), reazione più che giustificata visto che il grintoso giovincello gli aveva praticamente maciullato il costato ma, molto maleducatamente, non ne voleva sapere di morire. Vengono chiamati i rinforzi e l'animale viene finito a copli di paletta. Anna intanto assiste agghiacciata alla scena praticamente arrampicata sul tavolo. La salma viene tosto rimossa mentre uno dei camerieri si esibisce in una danza trionfale e chiedendo il cinque a a noi e ai suoi colleghi.
Facciamo una capatina alla cassa chiedendo di poter pagare, ma con la mezza certezza che le libagioni sarebbero state offerte dalla casa (mi ammazzi una portatrice di peste davanti agli occhi - cazzo - vorrai perlomeno provare a comprare il mio silenzio?). Invece no! Conto pagato per intero e storia bloggata.
Squiiiiit...chiudo!

3 commenti:

  1. Anonimo ha detto...

    Peccato perchè la bruschetta è sempre stata un'ottima pizzeria, non è stata una bella figura quella che hanno fatoo con voi!!! e soprattutto non so come andranno i loro affari se la storia inizia a spargersi, visto che da quando è andato via il cuoco ha gia iniziato a perdere qualche colpo  

  2. Anonimo ha detto...

    Gran scena, quella del cameriere con l'arpione in mano! Beh anche la successiva danza di tripudio non è da meno...diciamo che il suddetto cameriere non avrà problemi a trovar lavoro quando la ratto-pizzeria avrà chiuso...  

  3. Anonimo ha detto...

    Bleah, che schifo, non ci andrò mai più lì!  


 

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