Quelle splendide, indimenticabili, giornate di merda.
Mi corico alle 4.00 per finire un dannato sito internet su cui sto lavorando. Mi sveglio in extremis alle 9.30 per arrivare al lavoro alle 10.00. Mi annoio a morte fino alle 13.00, vado a mangiare e mi ributto davanti al computer per risolvere quelli che speravo fossero gli ultimi problemini.
Bestemmio fino alle 17.20 e poi vado di corsa in Accademia a lavorare. Strada facendo mi imbatto in un alcolista d'età avanzata, sdraiato in mezzo alla carreggiata, che litiga con la propria scarpa destra. Questo cerca di alzarsi e rovina al suolo scorticandosi mani e braccia. Prima che mi muoia davanti agli occhi, buttandosi di testa sullo spigolo del marciapiede, decido di fare il bravo cittadino, di trascinarlo sul ciglio della strada e di chiamare il 118. Dopo venti minuti passati ad osservare il mio nuovo superamico che si brucia i polpastrelli tenendo una sigaretta per la punta, arriva l'ambulanza capitanata, pensa un po' il caso, dal buon Nello. Caricato il molesto ubriacone sul carro bestiame e ovviato il problema del "che cazzo ne facciamo del cane del tipo?" (sì, perchè il dionisiaco figuro era pure scortato da un pastore tedesco), mi presento al lavoro con una giustificatissima quarantina di minuti di ritardo.
Mi siedo alla scrivania ma, sorpresa, mi viene chiesto di dare una mano a fare un lavoretto manuale vecchio stile. Il lavoretto in questione, che mi viene descritto come "una robina da 20 minuti", consiste nel fissare degli spunzoni anti-piccioni (spero d'aver reso l'idea) sotto al tetto del gazebo in terrazzo. Salgo sulla scala a pioli (3 metri d'altezza) che titaneggia sul terrazzo del primo piano (2 metri d'altezza), con il sentore che, sempre sopravvivendo all'eventuale volo di 5 metri, il "lavoretto" non si concluderà nei 20 minutini predetti. Mi trovo dunque felicemente intento a: scrostare merda di piccione, demolire due nidi (con tanto di 4 uova), caravetrare e incollare (sia benedetta la colla "mille chiodi") per più di due ore. Finito il mio lavoro di manovalanza trascorro pure un'oretta a fare lavoro di segreteria. Esco dall'Accademia alle 21.30.
Mangio e mi rimetto al computer per finire il fottutissimo sito. Ore 00.14: l'apocalisse. Il sito non risponde più alla mia volontà, opta per il libero arbitrio e decide che non è più il caso di funzionare. Perdo 2 ore a cercare una soluzione sulla rete, ma mi rendo conto d'essere un precursore e che un problema del genere non si sia mai visto. Scrivo una mail implorante all'amministratore del server, chiedendo di recuperare i file del portale da un backup (con la tragica consapevolezza d'aver perso tutto il lavoro fatto oggi).
Potevo andare a letto o appendermi per il collo al lampadario. Ho optato per postare e defenestrarmi in sogno in un secondo, onirico, momento.
Sono le 3.00, affanculo a tut le monde!

4 commenti:

  1. Anonimo ha detto...

    wow, che giornata "mitica"...  

  2. Daniele ha detto...

    Bella ciccio, davvero una gran giornata di merda.  

  3. Anonimo ha detto...

    Citazione dal "Ragazzo di campagna"
    del mitico Pozzetto Renato:
    la vecchia vicina: "il buongiorno si vede dal mattino!"
    il buon contadino: "certo! mi sveglio e raccolgo il letame...poi carico il letame...e poi spargo il letame...praticamente una giornata di merda!!!"  

  4. Nello ha detto...

    grande Ciccio pensavo fosse solo l'alcolizzato che ti avesse turbato la giornata, a quel punto potevi rimanere con me visto che siamo stati li ancora per una buona mezz'ora  


 

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